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[St. 27-30] libro i. canto xi 207

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27 Egli era in su Baiardo copertato:
  Mai non fu visto un baron tanto fiero.
  Bordaco il Damaschino era tornato
  Dentro alla terra, e vede il cavalliero,
  E con molta arroganza li ha parlato:
  - Or tua possanza ti farà mestiero:
  Non te varrà Baiardo a questo ponto.
  Ve’ che una volta pur vi fosti gionto!

28 In ogni modo te convien morire,
  Nè pôi mostrar valor nè far deffesa. -
  Il re Agrican ridendo prese a dire:
  - Non facciam di parole più contesa,
  Ma tu comincia, se hai ponto de ardire:
  Della mia morte pigliane l’impresa,
  Chè tu serai il primo a caminare
  Là giù, dove molti altri aggio a mandare. -

29 Portava il re Bordaco una catena,
  Che avea da capo una palla impiombata;
  Con quella ad Agricane a due man mena,
  Ma lui riscontra al colpo con la spata,
  Nè parve pur che lo toccasse apena,
  Chè quella cadde alla terra tagliata.
  Dicea il Tartaro a lui: - Sapra’ mi dire
  Qual sappia de noi duo meglio ferire. -

30 Così dicendo, quel baron possente
  A due man mena sopra al bacinetto,
  E quel fraccassa, e mette il brando al dente
  E parte il mento e il collo insino al petto.
  Veggendo quel gran colpo, l’altra gente
  Tutti fuggian, turbati nello aspetto,
  E tutti in fuga se pongono in caccia;
  Il re Agrican li segue e li minaccia.

16. P. ebbi a. — 20. T. al capo con. — 28. T., MI. e Mr. mente e.

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