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220 orlando innamorato [St. 23-26]

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23 Ma essa col suo amante ha bene inteso
  Di quel barone il suo pianto focoso.
  Iroldo di pietate è tanto acceso,
  Che ne avea il viso tutto lacrimoso;
  E con la dama ha già partito preso
  Di riparare al caso doloroso.
  Essendo Iroldo nascoso rimaso,
  Mostra Tisbina agionger quivi a caso.

24 Nè mostra avere inteso quei richiami,
  Nè che tanto crudel l’abbia nomata;
  Ma, vedendol giacer tra i verdi rami,
  Quasi smarita alquanto se è firmata.
  Poi disse a lui: "Prasildo, se tu me ami,
  Come già dimostrasti averme amata,
  A tal bisogni non me abandonare,
  Perchè altramente io non posso campare.

25 E se io non fossi a l’ultimo partito
  Insieme della vita e dello onore,
  Io non farebbi a te cotale invito,
  Chè non è al mondo vergogna maggiore
  Che a richieder colui che hai deservito.
  Tu m’hai portato già cotanto amore,
  Ed io fui sempre a te tanto spietata;
  Ma ancor col tempo te serò ben grata.

26 Ciò ti prometto su la fede mia,
  E già de l’amor mio te fo sicuro,
  Pur quel ch’io cheggio da te fatto sia.
  Or odi, e non ti para il fatto duro:
  Oltra alla selva della Barbaria
  È un bel giardino, ed ha di ferro il muro;
  In esso intrar si può per quattro porte,
  L’una la Vita tien, l’altra la Morte,

8. MI. e T. a giongier. — 15. P. bisogno. — 16. P. omm. io. — 21. MI. diservito.

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