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[St. 27-30] libro i. canto xii 221

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27 Un’altra Povertà, l’altra Ricchezza:
  Convien chi ve entra, alla opposita uscire.
  In mezo è un tronco a smisurata altezza,
  Quanto può una saetta in su salire;
  Mirabilmente quello arbor se apprezza,
  Chè sempre perle getta nel fiorire,
  Ed è chiamato il Tronco del Tesoro,
  Che ha pomi de smeraldi e rami d’oro.

28 Di questo un ramo mi conviene avere,
  Altramente son stretta a casi gravi;
  Ora palese ben potrò vedere
  Se tanto me ami quanto demostravi.
  Ma se impetro da te questo apiacere,
  Più te amarò che tu me non amavi;
  E mia persona ti darò per merto
  Di tal servigio: tientine ben certo."

29 Quando Prasildo intende la speranza
  Esserli data di cotanto amore,
  De ardire e di desio se stesso avanza,
  Promette il tutto senza alcun timore.
  Così promesso avria, senza mancanza,
  Tutte le stelle, il celo e il suo splendore;
  E l’aria tutta, con la terra e il mare,
  Avria promesso senza dubitare.

30 Senza altro indugio si pone a camino,
  Lasciando ivi colei che cotanto ama;
  In abito va lui de peregrino.
  Or sappiati che Iroldo e la sua dama
  Mandavano Prasildo a quel giardino,
  Che l’Orto di Medusa ancor se chiama,
  Acciò che il molto tempo, al longo andare,
  Li aggia Tisbina de l’animo a trare.

L T. e MI. eallire. — 8. P, smeraldo. — 26. T. e Mr. Ltuciandovi. 31-32. T., MI. e Mr. Se nggia- P. 'l molto tempo.... S'abbi.

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