< Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.
[St. 51-54] libro i. canto xii 227

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato I.djvu{{padleft:237|3|0]]

51 Ma piacciati indugiar sin ch’io sia morto,
  Che serà solamente questo giorno.
  Facciami quanto vôl Fortuna torto,
  Ch’io non avrò mai, vivo, questo scorno,
  E nello inferno andrò con tal conforto
  De aver goduto solo il viso adorno;
  Ma quando ancor saprò che me sei tolta,
  Morrò, se morir pôssi, un’altra volta."

52 Più lungo avria ancor fatto il suo lamento,
  Ma la voce mancò per gran dolore;
  Stava smarito e senza sentimento,
  Come de il petto avesse tratto il core.
  Nè avea di lui Tisbina men tormento,
  Ed avea perso in volto ogni colore;
  Ma, avendo esso la faccia a lei voltata,
  Così rispose con voce affannata:

53 "Adunque credi, ingrato a tante prove,
  Ch’io mai potessi senza te campare?
  Dove è l’amor che me portavi, e dove
  È quel che spesso solevi iurare,
  Che, se tu avesti un celo, o tutti nove,
  Non vi potresti senza me abitare?
  Ora te pensi de andar nello inferno
  E me lasciare in terra in pianto eterno?

54 Io fui e son tua ancor, mentre son viva,
  E sempre serò tua, poi che sia morta,
  Se quel morir de amor l’alma non priva,
  Se non è in tutto di memoria tolta.
  Non vo’ che mai se dica, o mai se scriva:
  ’Tisbina senza Iroldo se conforta.’
  Vero è che de tua morte non mi doglio,
  Perchè ancora io più in vita star non voglio.

8. Mr. Facimi. — 2:3. P. Or ti penai d'andare. — 2S. MI. ai tutto-, l\ al tutto la ^nemoria storta,

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.