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256 orlando innamorato [St. 15-18]

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15 Quel tartaro ne’ Turchi urta Baiardo,
  Getta per terra tutta quella gente;
  Ora ecco Sacripante, il re gagliardo,
  Che l’ha seguito continüamente.
  Tanto non è legier cervo ni pardo,
  Quanto è quel re circasso veramente;
  Non vale ad Agrican sua forza viva,
  Tanta è la gente che adosso gli ariva.

16 Già son le bocche delle strate prese,
  Chiuse con travi, ed ogni altra serraglia;
  Le schiere dalle mure son discese,
  E corre ciascaduno alla battaglia:
  Non vi rimase alcuno alle diffese.
  Or quei del campo, quella gran canaglia,
  Chi per le mure intrò, chi per le porte,
  Tutti cridando: - Alla morte! alla morte! -

17 Onde fu forza a l’aspro Sacripante
  Ed a Torindo alla rocca venire;
  Angelica già dentro era davante,
  E Trufaldin, che fo il primo a fuggire.
  Morte son le sue gente tutte quante;
  La grande occisïon non se può dire:
  Morto è Varano, e prima Savarone,
  Re della Media, franco campione.

18 Morirno questi fora delle porte,
  Dove la gran battaglia fo nel piano.
  Brunaldo ebbe sua fine in altra sorte:
  Radamanto lo occise de sua mano.
  Quel Radamanto ancor diede la morte
  Dentro alle mura al valoroso Ungiano;
  Tutta la gente di sua compagnia
  Fo il giorno occisa alla battaglia ria.

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