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[St. 35-38] libro i. canto xiv 261

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35 Lei sospirando conta la sciagura
  Di Brandimarte da lei tanto amato:
  Come, andando con essa alla ventura,
  Fo con Astolfo al giardino arrivato,
  Dove tra fiori, a la fresca verdura,
  L’ha Dragontina ad arte smemorato;
  E, in compagnia de Orlando paladino,
  Sta con molti altri presi nel giardino.

36 E come essa dapoi, cercando aiuto,
  Se gionse con Ranaldo in compagnia;
  E tutto quel che gli era intravenuto,
  Senza mentire, a ponto lo dicia;
  E del gigante, e del grifone ungiuto,
  E de Albarosa la gran villania,
  E del centauro al fin, bestia diversa,
  Che l’avia dentro a quel fiume sumersa.

37 Piangeva Fiordelisa a cotal dire,
  Membrando l’alto amor de che era priva.
  Eccoti odirno quella porta aprire,
  Che un’altra dama sopra al ponte ariva.
  Angelica destina di fuggire;
  Già non la può veder persona viva:
  Lo incanto dello annel sì la coperse,
  Che fuora uscì, come il ponte se aperse.

38 Non fo vista da alcuno in quella fiata,
  Tanta è la forza dello incantamento;
  E fra se stessa, andando, èssi apensata
  E fatto ha nel suo cor proponimento
  Di voler gire a quella acqua fatata
  Che tira l’omo fuor de sentimento,
  Là dove Orlando ed ogni altro barone
  Tien Dragontina alla dolce prigione.

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