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[St. 51-54] | libro i. canto xiv | 265 |
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51 Non valse al bon Torindo esser ardito,
Nè sua franchezza a l’alto Sacripante,
Chè ciascadun de loro era ferito
Per la battaglia de il giorno davante,
E per sangue perduto indebilito;
E fur presi improvisi in quello istante.
Legolli Trufaldino e piedi e braccia,
E de una torre al fondo ambi li caccia.
52 Poi manda un messagiero ad Agricane,
Dicendo che a sua posta ed a suo nome
Avia la rocca e il forte barbacane,
E che due re tenìa legati; e come
Volea donarli presi in le sue mane.
Ma il Tartaro a quel dire alciò le chiome;
Con gli occhi accesi e con superba faccia,
Così parlando, a quel messo minaccia:
53 - Non piaccia a Trivigante, mio segnore,
Nè per lo mondo mai se possa dire
Che allo esser mio sia mezo un traditore:
Vincer voglio per forza e per ardire,
Ed a fronte scoperta farmi onore.
Ma te con il segnor farò pentire,
Come ribaldi, che aviti ardimento
Pur far parole a me di tradimento.
54 Bene aggio avuto avviso, e certo sollo,
Che non se può tenir lunga stagione;
A quella rocca impender poi farollo,
Per un de’ piedi, fuora de un balcone,
E te col laccio ataccarò al suo collo;
E ciascadun li è stato compagnone
A far quel tradimento tanto scuro,
Serà de intorno impeso sopra al muro. -
12. T., Mr. e P. legati, come. — 16. MI. o T. a quel. - 20. T. o MI. e per