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274 | orlando innamorato | [St. 19-22] |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato I.djvu{{padleft:284|3|0]]
19 Il conte, che alla dama è longi poco,
Ode la voce che cotanto amava;
Nel core e nella faccia viene un foco,
Fuor de l’elmo la vampa sfavillava;
Batteva e denti e non trovava loco,
E le genocchie sì forte serrava,
Che Brigliadoro, quel forte corsiero,
Della gran stretta cade nel sentiero;
20 A benchè incontinente fo levato.
Ora ascoltati fuora di misura
Colpi diversi de Orlando adirato,
Che pure a racontarli è una paura.
Il scudo con roina avia gettato,
Chè tutto il mondo una paglia non cura;
Scrolla la testa quella anima insana,
Ad ambe man tiene alta Durindana;
21 Spezza la gente per tutte le bande.
Or fuor delli altri ha scorto Radamanto
(Prima lo vide, perchè era il più grande):
Tutto il tagliò da l’uno a l’altro fianco,
In duo cavezzi per terra lo spande;
Nè di quel colpo non parve già stanco,
Chè sopra a l’elmo gionse a Saritrone,
E tutto il fese insino in su l’arcione.
22 Non prende alcun riposo il paladino,
Ma fulminando mena Durindana,
E non risguarda grande o piccolino,
Li altri re taglia e la gente mezzana.
Mala ventura lì mostrò Brontino,
Che dominava la terra Normana:
Dalla spalla del scudo e piastre e maglia
Sino alla coscia destra tutto il taglia.
1. MI., Mr. e P. che alla d. è. — 8. T. MI. e Mr. cade. — 13. T. e Mr. havia; P. avia. — 18, P. Or scorto ha U. ardito e franco.