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304 orlando innamorato [St. 7-10]

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7 La dama che quel regno aveva in mano,
  Sapea de inganni e frode ogni mistiero;
  Con falsa vista e con parlare umano
  Dava recetto ad ogni forastiero.
  Poi che era gionto, se adoprava in vano
  Indi partirse, e non vi era pensiero
  Che mai bastasse di poter fuggire,
  Ma crudelmente convenia morire.

8 Però che la malvaggia Falerina
  (Chè cotal nome ha quella incantatrice
  Che ora de Orgagna se appella regina)
  Avea un giardino nobile e felice;
  Fossa nol cinge, nè sepe di spina,
  Ma un sasso vivo intorno fa pendice,
  E sì lo chiude de una centa sola,
  Che entro passar non puote chi non vola.

9 Aperto è il sasso verso il sol nascente,
  Dove è una porta troppo alta e soprana;
  Sopra alla soglia sta sempre un serpente,
  Che di sangue se pasce e carne umana.
  A questo date son tutte le gente
  Che sono prese in quella terra strana:
  Quanti ne gionge, prende ciascuna ora,
  E là li manda; e il drago li divora.

10 Or, come io dissi, in quella regïone
  Fui preso a inganno, e posto a la catena;
  Ben quattro mesi stetti in la pregione,
  Che era de cavallieri e dame piena.
  Io non ti dico la compassïone
  Che era a vederci tutti in tanta pena;
  Duo ne eran dati al drago in ogni giorno,
  Come la sorte se voltava intorno.

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