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308 orlando innamorato [St. 23-26]

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23 Mentre che ragionarno in tal maniera,
  Una gran gente viddero apparire,
  Che portano davanti una bandiera,
  E due persone menano a morire.
  Chi senza usbergo, chi senza gambiera,
  Chi senza maglia si vedea venire,
  Tutti ribaldi e gente da taverna;
  E peggio in ponto è quel che li governa.

24 Era colui chiamato Rubicone,
  Che avia ogni gamba più d’un trave grossa;
  Seicento libre pesa quel poltrone,
  Superbo, bestïale e di gran possa;
  Nera la barba avea come un carbone
  Ed a traverso al naso una percossa;
  Gli occhi avia rossi, e vedea sol con uno:
  Mai sol nascente nol trovò digiuno.

25 Costui menava una donzella avante,
  Incatenata sopra un palafreno,
  E un cavallier cortese nel sembiante,
  Legato come lei, nè più nè meno.
  Guarda Ranaldo al palafreno amblante,
  E ben cognobbe quel baron sereno
  Che la meschina è quella damisella
  Che gli contò de Iroldo la novella;

26 Poi li fo tolta ne la selva ombrosa
  Da quel centauro contrafatto e strano.
  Lui più non guarda, e senza alcuna posa
  De un salto si gettò su Rabicano.
  Diciamo della gente dolorosa,
  Che erano più de mille in su quel piano:
  Come Ranaldo viddero apparire,
  Per la più parte se derno al fuggire.

14. T. ha traversoi MI. a traverso; Mr, atraverso. — 18. T. e MI. sopra - 32. P. a fuggire.

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