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[St. 43-46] | libro i. canto xvii | 313 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato I.djvu{{padleft:323|3|0]]
43 E la sua pelle è di piastre coperta,
E sembra d’oro, e non si può tagliare;
Sin che egli è vivo, sta sua porta aperta:
Come egli è morto, mai più non appare.
Ma poi la quarta, come il libro acerta,
Subito s’apre, e là conviensi andare;
Questa risponde proprio a tramontana,
Dove non giova ardire o forza umana.
44 Chè sopra a quella sta un gigante fiero,
Qual la difende con la spada in mano;
E se egli è occiso de alcun cavalliero,
Della sua morte duo ne nasce al piano.
Duo ne nasce alla morte del primiero,
Ma quattro del secondo a mano a mano,
Otto del terzo, e sedici del quarto
Nascono armati del lor sangue sparto.
45 E così crescerebbe in infinito
Il numero di lor, senza menzogna;
Sì che lascia, per Dio! questo partito,
Che è pien d’oltraggio, danno e di vergogna.
Il fatto proprio sta come hai sentito,
Sì che farli pensier non ti bisogna.
Molti altri cavallier lì sono andati:
Tutti son morti, e mai non son tornati.
46 Se pur hai voglia di mostrare ardire,
E di provare un’altra novitate,
Assai fia meglio con meco venire
A fare una opra di molta pietate,
Come altra fiata io t’ebbi ancora a dire;
E tu mi promettesti in veritate
Venir con meco, ed esser mio campione,
Per trare Orlando e li altri di pregione. -