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314 orlando innamorato [St. 47-50]

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47 Stette Ranaldo un gran pezzo pensoso,
  E nulla alla donzella respondia,
  Perchè entrare al giardin meraviglioso
  Sopra ogni cosa del mondo desia,
  E non è fatto il baron paüroso
  Del gran periglio che sentito avia;
  Ma la difficultà quanto è maggiore,
  Più li par grata e più degna d’onore.

48 Da l’altra parte, la promessa fede
  Alla donzella, che la ricordava,
  Forte lo strenge; e quella ora non vede
  Ch’el trovi Orlando, che cotanto amava.
  Oltra di questo, ben certo si crede
  Un’altra volta, come desïava,
  A quel giardino soletto venire,
  Ed entrar dentro, e conquistarlo, e uscire.

49 Sì che nel fin pur se pose a camino
  Con la donzella e con quei cavallieri.
  Sempre ne vanno, da sira al matino,
  Per piano e monte e per strani sentieri;
  E della selva già sono al confino,
  Dove suolea vedersi il bel verzieri
  Di Dragontina, sopra alla fiumana,
  Che ora è disfatto, e tutto è terra piana.

50 Come io vi dissi, il giardin fu disfatto,
  E il bel palagio, e il ponte, e la riviera,
  Quando fo Orlando con quelli altri tratto;
  Ma Fiordelisa a quel tempo non vi era,
  E però non sapea di questo fatto,
  E trovar Brandimarte ella se spera,
  E con lo aiuto del figliuol de Amone
  Trarlo con li altri fuor della pregione.

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