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[St. 59-62] | libro i. canto xvii | 317 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato I.djvu{{padleft:327|3|0]]
59 Ai compagni se volse Fiordelisa
Dicendo: - S’io non fallo al mio pensiero,
E se io ramento ben questa divisa,
Quel che vedeti, non è un cavalliero,
Anci una dama, nomata Marfisa,
Che in ogni parte, per ogni sentiero,
Quanto la terra può cercarsi a tondo,
Cosa più fera non si trova al mondo.
60 Unde a voi tutti so ben racordare
Che non entrati di giostra al periglio:
Spacciànci pur de adrieto ritornare.
Credeti a me, che bene io vi consiglio:
Se non ci ha visto, potremo campare,
Ma se adosso vi pone il fiero artiglio,
Morir conviensi con dolore amaro,
Chè non si trova a sua possa riparo. -
61 Ride Ranaldo di quelle parole,
E del consiglio la dama ringraccia,
Ma veder quella prova al tutto vôle;
Prende la lancia, il forte scudo imbraccia.
Era salito a mezo il celo il sole,
Quando quei duo fôr gionti a faccia a faccia,
Ciascun tanto animoso e sì potente
Che non stimava l’un l’altro nïente.
62 Marfisa riguardava il fio de Amone,
Che li sembrava ardito cavalliero;
Già tien per guadagnato il suo ronzone,
Ma sudar prima li farà mestiero.
Fermosse l’uno e l’altro in su lo arcione
Per trovarse assettato al scontro fiero;
E già ciascuno il suo destrier voltava,
Quando un messaggio in su il fiume arivava.
18. T., MI. Mr. ringratia. — 20. MI. e P. e il. - 24. MI. o Mr. non se stimava.