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328 orlando innamorato [St. 35-38]

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35 Però te voglio la vita lasciare,
  Ma non tornasti più per darmi inciampo!
  Questo la fuga mi fe’ simulare,
  Nè vi ebbi altro partito a darti scampo.
  Se pur te piace meco battagliare,
  Morto ne rimarrai su questo campo;
  Ma siami testimonio il celo e il sole
  Che darti morte me dispiace e duole. -

36 Il conte li rispose molto umano,
  Perchè avea preso già de lui pietate:
  - Quanto sei - disse - più franco e soprano,
  Più di te me rincresce in veritate,
  Che serai morto, e non sei cristïano,
  Ed andarai tra l’anime dannate;
  Ma se vôi il corpo e l’anima salvare,
  Piglia battesmo, e lasciarotte andare. -

37 Disse Agricane, e riguardollo in viso:
  - Se tu sei cristïano, Orlando sei.
  Chi me facesse re del paradiso,
  Con tal ventura non lo cangiarei;
  Ma sino or te ricordo e dòtti aviso
  Che non me parli de’ fatti de’ Dei,
  Perchè potresti predicare in vano:
  Diffenda il suo ciascun col brando in mano. -

38 Nè più parole: ma trasse Tranchera,
  E verso Orlando con ardir se affronta.
  Or se comincia la battaglia fiera,
  Con aspri colpi di taglio e di ponta;
  Ciascuno è di prodezza una lumera,
  E sterno insieme, come il libro conta,
  Da mezo giorno insino a notte scura,
  Sempre più franchi alla battaglia dura.

3. T., MI. e Mr. si mudare. — 20. T. e MI. lo. - 25. MI. e P. ma trasse Tr. Mr, trasse tr.

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