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332 | orlando innamorato | [St. 51-54] |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato I.djvu{{padleft:342|3|0]]
51 Io non puotria patire, essendo vivo,
Che altri con meco amasse il viso adorno;
O l’uno o l’altro al tutto serà privo
Del spirto e della dama al novo giorno.
Altri mai non saprà, che questo rivo
E questo bosco che è quivi d’intorno,
Che l’abbi riffiutata in cotal loco
E in cotal tempo, che serà sì poco. -
52 Diceva Orlando al re: - Le mie promesse
Tutte ho servate, quante mai ne fei;
Ma se quel che or me chiedi io promettesse,
E se io il giurassi, io non lo attenderei;
Così potria spiccar mie membra istesse,
E levarmi di fronte gli occhi miei,
E viver senza spirto e senza core,
Come lasciar de Angelica lo amore. -
53 Il re Agrican, che ardea oltra misura,
Non puote tal risposta comportare;
Benchè sia al mezo della notte scura,
Prese Baiardo, e su vi ebbe a montare;
Ed orgoglioso, con vista sicura,
Iscrida al conte ed ebbelo a sfidare,
Dicendo: - Cavallier, la dama gaglia
Lasciar convienti, o far meco battaglia. -
54 Era già il conte in su l’arcion salito,
Perchè, come se mosse il re possente,
Temendo dal pagano esser tradito,
Saltò sopra al destrier subitamente;
Unde rispose con l’animo ardito:
- Lasciar colei non posso per nïente,
E, se io potessi ancora, io non vorria;
Avertila convien per altra via. -
4. T. della. — 13. T. apiccarme meni. ; Mr. spiccar me. — 19. P. 'l mezzo. — 29. P. con animo.