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[St. 15-18] | libro i. canto xx | 355 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato I.djvu{{padleft:365|3|0]]
15 Questo Ranchiera col bastone in mano
Menò un traverso a Brandimarte al basso
Con gran ruina, e gionse al campo piano,
Chè il cavallier saltò davante un passo.
Oridante il crudel non menò in vano,
Anci gionse il destriero, e con fraccasso
Dietro alla sella su le groppe il prese,
Sì che sfilato in terra lo distese.
16 Subito è in piede lo ardito guerrero,
Nè de esser vinto per questo se crede.
A terra morto rimase il destriero,
Lui con la spada se diffende a piede,
Ma ad ogni modo è occiso il cavalliero,
Se Dio de darli aiuto non provede,
Perchè i giganti l’hanno in mezo tolto:
È morto al primo colpo che egli è còlto.
17 Ma gionse Orlando al ponto bisognoso,
Come io contai (non so se il ricordati),
Quando tornava dal bosco frondoso,
Dove Agricane e lui se eran sfidati.
Or quivi gionse quel conte animoso,
E vide e duo giganti inanimati
Intorno a Brandimarte a darli morte,
E del suo affanno gli rencrebbe forte;
18 Chè incontinente l’ebbe cognosciuto
A l’arme ed alla insegna che avea indosso,
Onde destina de donarli aiuto:
Sopra a Baiardo subito fu mosso.
Ranchiera vide Orlando che è venuto,
Venneli incontra quel gigante grosso;
Con Brandimarte Oridante se aresta:
Or cresce la battaglia, e più tempesta.
9. T., MI. e P. j)iedi. — 32. MI. e P. battaglia in più.