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[St. 3-6] libro i. canto xxi 367

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3 Ciascun che puote e non diveta il male,
  In parte del deffetto par che sia;
  Ed ogni gentilomo naturale
  Viene obligato per cavalleria
  Di esser nemico ad ogni disleale
  E far vendetta de ogni villania;
  Ma ciascuno de voi questo dispreza,
  Chè pietà non aveti o gentileza.

4 Anci teneti vosco uno assassino,
  Quel falso cane de Dio maledetto,
  Dico il re di Baldaca, Trufaldino,
  Malvaggio, traditor, pien de diffetto.
  Ora me intenda il grande e il piccolino:
  Tutti ve isfido e nel campo vi aspetto;
  E vo’ provarvi, con la spada in mano,
  Che ognom de voi è perfido e villano. -

5 Con tal parole e con altre minaccia
  Tutti quei cavallieri il fio de Amone;
  Lor se guardavan l’uno e l’altro in faccia,
  Chè chiaro aveano inteso quel sermone;
  De loro alcun non è che ben non saccia
  Che a torto prenderà la questïone;
  Chè Trufaldin da tutti era stimato
  Iniquo, traditore e scelerato.

6 Ma la promessa fede e il giuramento
  Li fece uscire armati de le porte;
  E benchè avessen tutti alto ardimento,
  E non stimassen, per onor, la morte,
  Andarno alla battaglia con spavento;
  E non vi fu baron cotanto forte
  Che, vedendo Ranaldo a sè davante,
  Non se stordisse insin sotto le piante.

5, P. d' ogni. — 10. P. da Dio. — 21. MI. che non ; P. alcuno non ?. che non : T. sazo.. — 82. T. stordisce.

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