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[St. 7-10] | libro i. canto xxii | 387 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato I.djvu{{padleft:397|3|0]]
7 Questo era grande e quasi era gigante,
Con lunga barba e gran capigliatura,
Tutto peloso dal capo alle piante:
Non fu mai visto più sozza figura.
Per scudo una gran scorza avia davante,
E una mazza ponderosa e dura;
Non avea voce de omo nè intelletto:
Salvatico era tutto il maladetto.
8 Come la dama riscontrò nel prato,
Presela in braccio; e, caminando forte,
Ad una quercia che era lì da lato,
La legò stretta con rame ritorte.
Poi là vicino a l’erba fu colcato,
Mirando lei, che ognior chiedea la morte;
Lei chiedendo morir sempre piangea,
Ma questo omo bestial non la intendea.
9 Lasciamo il dir di quella sventurata,
Che de l’un male in l’altro era caduta;
Ella di stroppe alla quercia è legata,
E sol piangendo il suo dolore aiuta.
Ora ascoltati de l’altra brigata,
Che per cercarla al bosco era venuta:
Orlando e Brandimarte e la donzella
Per lor campata da fortuna fella.
10 In croppa la portava il conte Orlando,
E dolcemente la prese a pregare
Che gli contasse, così caminando,
Quel che promesso avea di ragionare.
Lei, prima leggermente sospirando,
Disse: - D’ognor che senti racontare
De alcun vecchio marito beffa nova,
Tientela certa, e non chieder più prova.
12. Mr. ligì>. — ii). MI. o Mr. omo, — 80, MI. o Mr, de offuhor.