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[St. 15-18] libro i. canto xxiii 405

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15 Come fo gionto a l’orlo del gran sasso,
  Via lo lancia da sè senza riguardo;
  Poco mancò che non gionse al fraccasso
  Del dirupo alto il cavallier gagliardo,
  E ben gli fo vicino a men d’un passo.
  Ma presto saltò in piede e non fo tardo;
  Perchè egli aveva ancora in mano il brando,
  Verso il selvaggio se ne andò cridando.

16 Quel non aveva scudo nè bastone,
  L’uno era rotto, l’altro avea lasciato;
  Corse ad uno olmo e prese un gran troncone,
  E non l’avendo ancor tutto spiccato,
  Brandimarte il ferì sopra al gallone,
  E di gran piaga l’ebbe vulnerato.
  Lui, ch’è orgoglioso ed ha superbia molta,
  Quel troncon lascia ed al baron si volta.

17 Voltasi quel selvaggio furïoso
  A Brandimarte per saltargli adosso;
  Il cavallier col brando sanguinoso,
  Nel voltar che se fie’, l’ebbe percosso;
  Via tagliò un braccio, che è tutto peloso,
  E gionse al busto smisurato e grosso;
  Giù per le coste insieme alla ventraglia
  Tutte col brando ad un colpo gli taglia.

18 Quel non se puote alor più sostenire,
  Cade cridando in su la terra dura;
  E’ non sapea parole proferire,
  Ma facea voce terribile e oscura.
  Quando il barone lo vide morire,
  Quivi lo lascia e più non ne dà cura,
  Anci correndo a quel prato ne andava,
  Dove il destriero e la sua dama stava.

2. T. e MI. lancio. — 16. Mr. e MI. Lascia quel trouchon ; P. Lascia quel tronco. — 23. T. Già per ; MI., Mr. e P. per (il Bxrni j Poi le eoètole).

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