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[St. 43-46] libro i. canto xxvi 457

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43 E però combattea pensoso e tardo,
  Usando a suo vantaggio ciascuna arte:
  E benchè se sentisse ancor gagliardo,
  Chiese riposo e trassese da parte.
  Mentre che intorno faceva riguardo,
  Vidde nel campo gionto Brandimarte,
  E ben se rallegrò nel suo pensiero,
  Chè Brigliadoro ha questo, il suo destriero.

44 Subitamente a lui se ne fu andato;
  Ciascun raconta la sua disventura,
  E fu tra loro alfin deliberato
  (Chè Brandimarte ha rotto l’armatura)
  Che nella rocca lui sia ritornato,
  E là meni Baiardo a bona cura.
  Su Brigliadoro il conte valoroso
  È già montato, e non vôl più riposo.

45 Non vôl riposo più quel sir d’Anglante,
  Anci si mosse con molta roina;
  E con parlar superbo e minacciante
  Isfida a morte la forte regina.
  L’un mosse verso l’altro lo afferrante,
  Ciascun morire o vincer se destina:
  Questa zuffa dirò poi tutta aponto,
  Ma torno a Trufaldin, ch’era già gionto.

46 Ranaldo il gionse a la rocca vicino,
  E non crediati che ’l voglia pregione,
  Benchè vivo pigliò quel malandrino,
  E legòl stretto con bona ragione;
  Indi con le gambe alto e il capo chino
  Alla coda lo attacca del ronzone;
  Poi per il campo corre a gran furore
  Cridando: - Or chi diffende il traditore? -

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