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458 | orlando innamorato | [St. 47-50] |
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47 Era il franco Grifon già risentito,
E Chiarïon montato e il re Adrïano,
Quando Ranaldo fu da loro odito,
E posensi a seguirlo per quel piano.
Ma sì presto ne andava ed espedito,
Ch’era seguìto da costoro in vano;
Così ne andava Rabicano isteso,
Come alla coda non avesse il peso.
48 Sempre Ranaldo a gran voce cridava:
- Ove son quei che avean cotanto ardire,
Che de un sol cavallier non li bastava,
Ma volean tutto il mondo sostenire?
Or vedon Trufaldino, e non li grava
Che in sua presenzia lo faccio morire?
Se alcun v’è ancora a cui piaccia l’impresa,
Venga a staccarlo e prenda sua diffesa. -
49 Così diceva il barone animoso,
Via strasinando Trufaldino al basso,
Che era già mezo morto il doloroso,
Percotendo la testa ad ogni sasso;
Ed era tutto il campo sanguinoso,
Dove correa Ranaldo a gran fraccasso;
Ed ogni pietra acuta e ciascun spino
Un pezzo ritenia de Trufaldino.
50 Moritte quel malvaggio a cotal guisa,
E ben lo meritava in veritate,
Come la istoria sopra vi divisa,
Ch’era d’inganni pieno e falsitate.
Or torno al conte Orlando ed a Marfisa,
Che nel secondo assalto a nude spate
Fan sì crudel battaglia e sì diversa,
Che par che ’l celo e il mondo se sumersa.