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52 orlando innamorato [St. 27-30]

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27 Astolfo era per ira in tanto errore,
  Che non stima de Carlo la presenza;
  Anci diceva: - Falso traditore,
  Che sei ben nato da quella semenza!
  Io te trarò del petto fora il core,
  In prima che de qui facciam partenza. -
  Dicea Grifone a lui: - Temote poco,
  Quando seremo fuor di questo loco.

28 Ma qui me sottometto alla ragione,
  Per non far disonore al segnor mio. -
  Segue il duca dicendo: - Can felone,
  Ladro, ribaldo, maledetto e rio. -
  Turbosse ne la faccia il re Carlone,
  Dicendo: - Astolfo, per lo vero Iddio,
  Se non te adusi a parlar più cortese,
  Farotte costumato alle tue spese. -

29 Astolfo al re non attende de niente,
  Sempre parlando con più vilania,
  Come colui che offeso è veramente,
  Avvengachè altri ciò non intendia.
  Eccoti Anselmo, il conte fraudolente,
  Per mala sorte inanti gli venìa.
  Più non se puote Astolfo contenire,
  Ma con la spada quel corse a ferire.

30 E certamente ben l’arebbe morto,
  Se non l’avesse il re Carlo diffeso.
  Or dà ciascuno ad Astolfo gran torto,
  E volse lo imperier ch’el fusse preso,
  E subito al castello a furia scorto.
  Nella pregion portato fu di peso,
  Dove di sua paccìa buon frutto tolse,
  Perchè vi stette assai più che non volse.

17. MI., Mr. e P. Ast. non li attende. — 31. P. colse.

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