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72 orlando innamorato [St. 23-26]

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23 Imperochè Gradasso smisurato,
  Da poi che se partì de Sericana,
  Tutto il mar de India avea conquistato,
  E quella isola grande Taprobana,
  La Persia con la Arabia lì da lato,
  Terra de’ negri, che è tanto lontana;
  E mezo il mondo ha circuito in mare,
  Pria che ’l stretto di Spagna abbia intrare.

24 E tanta gente avea seco adunata,
  E tanti re, che adesso non vi naro,
  Che più non ne fu insieme alcuna fiata.
  Discese in terra, e prese Zibeltaro,
  Arse e disfece il regno di Granata;
  Sibilia nè Toledo fier’ riparo.
  Venne dapoi a Valenzia meschina;
  Con Aragona la pose in ruina.

25 Sì come io dissi, aveva in sua pregione
  Ogni baron che a Marsilio obedia,
  Tratti coloro de cui fei ragione,
  Che dentro da Sirona seco avia,
  E de Grandonio, che in opinïone
  De esser ben presto preso se vedia:
  Chè Barcellona da sera a matina
  È combattuta, e mai non se rafina.

26 Ora tornamo al re Marsilïone,
  Che riceve Ranaldo a grande onore,
  E molto ne ringrazia il re Carlone.
  Ma Feraguto bacia con amore,
  Dicendo: - Figlio, io tengo opinïone
  Che la tua forza e l’alto tuo valore
  Abbatterà Gradasso, quel malegno,
  A noi servando il nostro antiquo regno. -

1. T. e Mr. Imperò che. — 7. P. e 'l mare. — 10. T. narro. — 19. P. color di cui feci.

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