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[St. 39-42] libro iii. canto vi 93

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39 Tutti e tre insieme adunque cavalcando,
  Avosavano intorno spessamente,
  Per ogni loco del monte cercando
  Tutta la notte, e trovarno nïente.
  E già veniva l’alba reschiarando,
  La luce rosseggiava in orïente,
  Quando un de quei baron tutto se affisse
  Mirando il scudo de Rugiero, e disse:

40 - Chi vi ha concessa, cavallier, licenzia
  Portar depenta al scudo quella insegna?
  Il suo principio è di tanta eccellenzia,
  Che ogni persona de essa non è degna.
  Ciò vi comportarò con pacïenzia,
  Se tal virtù nel corpo vostro regna,
  Che alla battaglia riportati lodo
  Contro di me, che l’ho acquistata e godo. -

41 Disse Rugiero: - Ancor non mi ero accorto
  Che quella insegna è fatta come questa;
  E veramente la portati a torto,
  Se non siamo discesi de una gesta;
  Onde vi prego molto e vi conforto
  Che tal cosa facciati manifesta:
  Ove acquistasti tale insegna e come,
  E quale è vostra stirpe e vostro nome. -

42 Disse colui: - Da parte assai lontane
  A vostra stirpe credo esser venuto;
  Tartaro sono e nacqui de Agricane,
  Mio nome ancora è poco cognosciuto.
  Per forza de arme ed aventure istrane
  In Asia conquistai questo bel scuto;
  Ma a che bisogna dare incenso a’ morti?
  Chi ha più prodezza, quello scudo porti. -

14. Mr. e P. al vostro corpo. — i32. Mr. e P. quello »cudo.

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