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[St. 3-6] | libro iii. canto vii | 99 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato III.djvu{{padleft:109|3|0]]
3 Di Biserta è venuto il cavalliero
Per trare il conte fuor de la fiumana;
Il re Gradasso e Mandricardo altiero
Avea richiesti a quella impresa strana.
- Ma dove rimango io? - dicea Rugiero
- Se ben non chieggio a Orlando Durindana,
Se ben seco non voglio aver contesa,
Venir non debbo a sì stupenda impresa? -
4 - Esser conviene il numero disparo, -
Rispose Brandimarte - a quel che io sento;
Condurvi tutti quanti avrebbi a caro,
Ma nol concede questo incantamento;
Ed io non vedo a ciò meglior riparo
Che per la sorte fare esperimento.
Ecco una pietra bianca ed una oscura:
Chi avrà la nera, cerchi altra ventura. -
5 Ciascun de stare a questo fo contento,
Così gettarno la ventura a sorte,
E Mandricardo fuor rimase ispento,
E quindi se partì dolente a morte.
Turbato se ne va, che sembra un vento,
Per piano e monte caminando forte.
Tanto andò, che a Parigi gionse un giorno,
Ove Agramante ha già lo assedio intorno.
6 Di fuor ne l’oste, io dico de Agramante,
Fu ricevuto a grandissimo onore.
Ma di lui non ragiono ora più avante,
Perchè io ritorno nel primo tenore
A ricontarvi del conte de Anglante,
Che se ritrova preso in tanto errore
Tra le Naiàde al bel fiume del Riso;
Or odeti la istoria che io diviso.
4. Mr. e P, richiesfo. — 5. P. a Orlando D. — 21. Mr. e P. assembra.