Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
102 | orlando innamorato | [St. 15-18] |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato III.djvu{{padleft:112|3|0]]
15 Però che quella molto era confusa
De arbori spessi ed alti oltra misura;
La porta alle sue spalle era già chiusa,
Che più facea parer la cosa scura;
Ma Fiordelisa, tra gli incanti adusa,
- Non abbiati - dicia - de ciò paura;
A ogni periglio e loco ove si vada,
Il brando e la virtù fa far la strada.
16 Smontati de li arcioni, e con le spate
Tagliando e tronchi, fative sentiero;
E se ben sorge alcuna novitate,
Non vi turbati ponto nel pensiero.
Vince ogni cosa la animositate,
Ma condurla con senno è di mestiero. -
Così dicea la dama; onde e baroni
Smontano al piano e lasciano e ronzoni.
17 Smontati tutti e tre, come io vi disse,
Rugier nel bosco fo il primo ad entrare,
Ma un lauro il suo camin sempre impedisse,
Nè a’ folti rami lo lascia passare;
Onde la mano al brando il baron misse
E quella pianta se pose a tagliare,
Dico del lauro, che foglia non perde
Per freddo e caldo, e sempre se rinverde.
18 Poi che soccisa fu la pianta bella
E cadde a terra il trïomfale aloro,
Fuor del suo tronco sorse una donzella,
Che sopra al capo avia le chiome d’oro,
E gli occhi vivi a guisa de una stella;
Ma piangendo mostrava un gran martoro,
Con parole suave e con tal voce,
Che avria placato ogni animo feroce.