< Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.
[St. 27-30] libro iii. canto vii 105

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato III.djvu{{padleft:115|3|0]]

27 Perchè ne l’aria cento passi o piue
  L’avia portato quella bestia vana.
  Il baron spesso riguardava in giue,
  Ma a scender gli parea la scala strana.
  Quando così bon pezzo andato fue
  E ritrovosse sopra alla fiumana,
  Cader si lascia la incantata bestia;
  Nel fiume se atuffò senza molestia.

28 Così Gradasso al fondo se atuffoe,
  E ’l gran caval natando a sommo venne,
  Poi per la selva via si deleguoe
  Sì ratto come avesse a’ piè le penne.
  Ma il cavallier, che a l’acqua si trovoe,
  Subito un altro nel suo cor divenne;
  Scordando tutte le passate cose,
  Con le Naiàde a festeggiar se pose.

29 A suon de trombe quivi se trescava
  Zoiosa danza, che di qua non se usa:
  Nel contrapasso l’un l’altro baciava,
  Nè se potea tener la bocca chiusa.
  A cotale atto se dimenticava
  Ciascun se stesso; ed io faccio la scusa,
  E credo che un bel baso a bocca aperta
  Per la dolcezza ogni anima converta.

30 In cotal festa facevan dimora
  Tutti e baroni in suoni e balli e canti;
  Sol Brandimarte se affatica ancora,
  Nè per la selva può passare avanti,
  Benchè col brando de intorno lavora
  Tagliando il bosco; e da diversi incanti
  Era assalito, ed esso alcun non piglia,
  Chè Fiordelisa sempre lo consiglia.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.