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[St. 7-10] libro iii. canto ix 133

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7 Perchè a se stessa avia tratta la briglia,
  E nel bosco più folto errando andava.
  Or tal sconforto la dama se piglia,
  Che quasi gli occhi a lacrime bagnava;
  Ma amor, che ogni intelletto resviglia,
  A Fiordespina subito mostrava
  Con qual facilitate de legiero
  Se trovi sola con quel cavalliero.

8 Essa aveva un destrier de Andologia,
  Che non trovava parangone al corso;
  Forte e legiero, un sol diffetto avia,
  Che, potendo pigliar co’ denti il morso,
  Al suo dispetto l’om portava via,
  Nè si trovava a sua furia soccorso.
  Sol con parole si puotea tenire:
  Ciò sa la dama e ad altri nol vôl dire.

9 Per questo crede lei di fare acquisto
  Di Bradamante, che stima un barone,
  E dice: - Cavallier, tanto stai tristo
  Forse per aver perso il tuo ronzone.
  Se ben non te abbia cognosciuto o visto,
  La ciera tua mi mostra per ragione
  Che non pôi esser di natura fello:
  Alle più volte bono è quel che è bello.

10 Onde non credo poter collocare
  In altrui meglio una mia cosa eletta;
  Però questo destrier ti vo’ donare,
  Che non ha il mondo bestia più perfetta.
  Sol colui dà, qual dà le cose care;
  Ciascun privar se sa de cosa abietta:
  E, per stimarme di poco valore,
  Io non ardisco di donarti il core. -

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