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[St. 31-34] | libro iii. canto i | 11 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato III.djvu{{padleft:21|3|0]]
31 La fata con incanto lo disciolse,
Per arte il trasse fuor del monumento,
E per suo premio le belle arme volse,
E il duca de donarle fu contento.
Lei poscia a questo loco se racolse
E fece l’opra de lo incantamento
Onde io vi menarò, quando vi piacia,
E provarò se in core aveti audacia.
32 Ma quando non ve piaccia de venire
E vinto vi trovati da viltate,
Contro a mia voglia me vi convien dire
Quel che serà di voi la veritate:
In questa fonte vi convien perire,
Come perita vi è gran quantitate;
De quai memoria non serà in eterno,
Chè il corpo è al fondo e l’anima a lo inferno. -
33 A Mandricardo tal ventura pare
Vera e non vera, sì come si sogna;
Pur rispose alla dama: - Io voglio andare
Ove ti piace e dove mi bisogna;
Ma così ignudo non so che mi fare,
Chè me ritiene alquanto la vergogna. -
Disse la dama: - Non aver pavento,
Chè a questo è fatto bon provedimento. -
34 E soi capegli a sè sciolse di testa,
Chè ne avea molti la dama ioconda,
Ed abracciato il cavallier con festa
Tutto il coperse de la treccia bionda;
Così, nascosi entrambi di tal vesta,
Uscîr di quella fonte la bella onda,
Nè ferno al dipartir lunga tenzone,
Ma insieme a braccio entrarno al pavaglione.
2. T. e Mr. de monum. — 15. P. Di quei.