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12 | orlando innamorato | [St. 35-38] |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato III.djvu{{padleft:22|3|0]]
35 Non lo avea tocco, come io disse, il foco,
Pieno è di fiori e rose damaschine.
Loro a diletto se posarno un poco
Entro un bel letto adorno de cortine.
Già non so dir se fecero altro gioco,
Chè testimonio non ne vide el fine;
Ma pur scrive Turpin verace e giusto
Che il pavaglion crollava intorno al fusto.
36 Poi che fôr stati un pezo a cotal guisa
Tra fresche rose e fior che mena aprile,
La damigella prese una camisa
Ben perfumata, candida e sotile;
Poi de una giuppa a più color divisa
Di sua man vestì il cavallier gentile;
Calcie gli diè vermiglie e speron d’oro,
Poi lo armò a maglia de sotil lavoro.
37 Dopo lo arnese lo usbergo brunito
Gli pose in dosso, e cinse il brando al fianco,
E uno elmo a ricche zoie ben guarnito
Li porse e cotta d’arme e scudo bianco;
Indi condusse un gran destriero ardito,
E Mandricardo non parve già stanco,
Nè che lo impacci l’arme o guarnisone:
D’un salto armato entrò sopra allo arcione.
38 La damigella prese un palafreno
Che ad un verde genevre era legato,
E caminando un miglio o poco meno
Passarno il colle e gionsero al bel prato,
Dicendo a lui la dama: - Intendi appieno,
Chè tutto il fatto ancor non te ho contato:
Acciò che intenda ben quel che hai a fare,
Col re Gradasso converrai giostrare.
12. Mr. e P. profumata. — 14. P. veste. — 17. P. Da poi lo nriief^e e. — 24. Mr. sopra io.