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18 orlando innamorato [St. 59-62]

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59 Entrò cridando quel dismisurato:
  Parean tremar le mura alla sua voce;
  De una spoglia di serpe ha il busto armato,
  Che spata o lancia ponto non vi nôce.
  Portava in mano un gran baston ferrato
  Con la catena il malandrin feroce;
  In capo avea di ferro un bacinetto,
  Nera la barba e grande a mezo il petto.

60 Quando egli entrava ne la loggia aponto,
  Tratto avea Mandricardo il brando apena;
  Nè stette a calcular la posta o il conto,
  Ma nel primo arivare assalta e mena,
  Ed ebbe nella cima il baston gionto,
  E via tagliò di netto la catena.
  Ricopra il colpo e tira un manroverso,
  E tagliò tutto il scudo per traverso.

61 Per questo colpo il gigante adirato
  Menò del suo baston, che a due man prese;
  E il cavallier de un salto andò da lato,
  E ben de gioco a quella posta rese;
  A ponto gionse dove avea segnato,
  Sotto al ginocchio, al fondo de lo arnese,
  E spezzò quello e le calcie di maglia,
  Sì che le gambe ad un colpo gli taglia.

62 Quel cade a terra. A voi lascio pensare
  Se le donzelle ne menavon festa.
  Più Mandricardo nol volse toccare,
  Onde un sergente li partì la testa.
  Fuor del palagio il fecer trasinare,
  E longi il sepellirno alla foresta;
  Le gambe gettâr seco in quella fossa:
  Di lui più mai non si parlò da possa.

2. Mr. Facean ; P. Facea. — 19. T., Mr. e P. « lato. — 26. Mr. e P. me- avan. — 29. P. fece.

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