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[St. 43-46] libro iii. canto iii 47

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43 Chinosse e prese una gran pietra e grossa:
  Bene è cinquanta libre, vi prometto;
  E trasse quella di tutta sua possa,
  E gionse lo orco proprio a mezo il petto.
  Ma quel non teme ponto la percossa,
  Anci l’ira gli crebbe e il gran dispetto;
  Ove ebbe il colpo, con la man se tocca,
  E, come un verro, ha la schiuma alla bocca.

44 E dietro al cavallier par che se metta,
  Come un seguso a l’orme de una fiera.
  Già Mandricardo ponto non lo aspetta,
  Chè avea persona destra, atta e legiera.
  Su corre al poggio, e sembra una saetta;
  Quindi, fermato a megio la costiera,
  Tra’ un gran sasso tratto fuor del monte,
  E quel percosse dritto nella fronte.

45 Quel sasso in mille parte se spezzò,
  Ma fece poco male a quel perverso,
  E già per questo non lo abandonò,
  Chè non l’aveva mai di naso perso.
  Mandricardo ne va quanto più può,
  Cercando il monte a dritto ed a traverso,
  Tanto che gionse a quello in su la cima,
  E lo orco apresso; e quasi ancora in prima.

46 Non sa più che si fare il cavalliero,
  Nè a questa cosa sa prender partito;
  Per ogni balza e per ogni sentiero
  Questa malvagità l’avea seguito,
  Nè far bisogna ponto di pensiero
  Aver con esso de diffesa un dito;
  Ben gli tra’ sassi e tronchi aspri e robesti,
  Ma non ritrova cosa che lo aresti.

12. P. destra, alta. — U. Air. megio : P. mezzo. — lo. P. Tira. 2fi. Mr. ncìfi.

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