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[St. 11-14] libro iii. canto iv 55

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11 Perchè sappiati il tutto, il re Agramante
  Contro al re Carlo avea questa battaglia,
  Come io contai nel libro che è davante:
  Un’altra non fu mai di tal travaglia.
  Quivi era il re Marsilio e Balugante,
  Tanti altri duci e tanta altra canaglia,
  Che in alcun tempo mai nè alcuna guerra
  Maggior battaglia non se vidde in terra.

12 Orlando qua non è, ni Feraguto:
  Stava il pagano ad un fiume a cercare
  De l’elmo, qual là giù gli era caduto,
  Sì come io vi ebbi avanti a ricontare.
  Al conte era altro caso intravenuto
  Troppo stupendo e da meravigliare:
  Chè lui, qual vincer suole ogni altra prova,
  Tra dame vinto e preso se ritrova.

13 Di lui poi dirò il fatto tutto intiero,
  Ma non se trova adesso in queste imprese;
  Ben vi è Ranaldo e il marchese Oliviero,
  Èvi Ricardo e Guido e ’l bon Danese,
  Come io contava alor, quando Rugiero
  Tanti baroni alla terra distese
  Di nostra gente, e tal tempesta mena
  Come fa il vento al campo de l’arena.

14 Come si frange il tenero lupino
  O il fusto de’ papaveri ne l’orto,
  Cotal fraccasso mena il paladino;
  Condotta è nostra gente a tristo porto.
  Roverso a terra se trova Turpino,
  Uberto, el duca di Baiona, è morto;
  Avino e Belengiero e Avorio e Ottone
  Sono abattuti, e seco Salamone.

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