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[St. 27-30] | libro iii. canto iv | 59 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato III.djvu{{padleft:69|3|0]]
27 Grifon cridava: - Aiutame per Dio!
Aiutame per Dio! chè più non posso;
Chè questo saracin malvaggio e rio
Per tradimento a morte me ha percosso. -
Quando Ranaldo quella voce odìo,
Voltò Baiardo e subito fu mosso
Per urtarsi a Rugiero a corso pieno;
Ma, veggendolo a piè, ritenne il freno.
28 Sappiati che il destrier del paladino
Era rimaso là dove discese.
Là presso sopra il campo era Turpino
Che da’ Pagani un pezzo se diffese;
Essendo a quel destrier dunque vicino,
A lui se accosta e per la briglia il prese;
E destramente ne lo arcion salito
Ritorna alla battaglia il prete ardito.
29 Rugiero adunque, come ebbi a contare,
Se ritrovava a piedi in su quel piano.
Fuggito è via Grifone e non appare,
E lui affronta il sir di Montealbano;
Il qual nol volse con Baiardo urtare,
Però che ad esso parve atto villano,
Ma de arcion salta alla campagna aperta
Col scudo in braccio e con la sua Fusberta.
30 Tra lor se cominciò zuffa sì brava,
Che ogni om per meraviglia stava muto;
Nè già Ranaldo stracco si mostrava,
Benchè abbia combattuto il giorno tuto;
E l’uno e l’altro a tal furia menava,
Che meraviglia è che non sia destruto.
Non che il scudo a ciascuno e l’elmo grosso,
Ma un monte a quei gran colpi serìa mosso.
7. Mr. Pur urtasi. — 20. T. Et cui; Mr. E cui; P. E quivi. — 26. T. e Mr. muto.