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[St. 51-54] libro iii. canto iv 65

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51 Da poi se dipartitte il paladino,
  Ed incontrolli ciò che io vi ebbi a dire;
  Tra Bradamante adunque e il Saracino
  Rimase la battaglia a diffinire.
  Non stava alcuno a quel loco vicino,
  Nè vi era chi potesse dipartire
  L’aspra contesa e il grande assalto e fiero,
  Sin che vi gionse il giovane Rugiero.

52 Gionto sopra a quel colle il giovanetto
  Vista ebbe la battaglia giù nel fondo,
  E fermosse a mirarla per diletto,
  Chè assalto non fu mai sì furibondo;
  Perocchè chi in quel tempo avesse eletto
  Un par de bon guerreri in tutto il mondo,
  Non l’avria avuto più compiuto a pieno
  Che Bradamante e il figliol de Ulïeno.

53 E ben ne dimostrarno esperïenza
  A quel che han fatto e quel che fanno ancora;
  Par che la zuffa pur mo si comenza,
  Sì frescamente ciascadun lavora,
  E se quel coglie, questo non va senza.
  Da un colpo a l’altro mai non è dimora,
  E nel colpir fan foco e tal fiammelle,
  Che par che il lampo gionga nelle stelle.

54 Rugiero alcun de’ duo non cognoscia,
  Chè mai non gli avea visti in altro loco,
  Ma entrambi li lodava, e discernia
  Che tra lor di vantaggio era assai poco.
  Mirando l’aspre offese ben vedia
  Cotal battaglia non esser da gioco,
  Ma che è tra Saracino e Cristïano,
  Onde discese subito nel piano.

9. Mr. e P. omm. a. — 16. Mr. il flgliol. — 19. P. mo si. — 20. Mr. e P. par che ognun.

Boiardo. Oriundo InnumorciAo. Voi. III. '")

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