Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
66 | orlando innamorato | [St. 55-58] |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato III.djvu{{padleft:76|3|0]]
55 - Se alcun de voi - disse egli - adora Cristo,
Fermesi un poco e intenda quel ch’io parlo,
Chè annunzio gli darò dolente e tristo:
Sconfitto al tutto è il campo del re Carlo,
Ciò ch’io vi dico, con questi occhi ho visto.
Onde, se alcun volesse seguitarlo,
A far lunga dimora non bisogna,
Chè alle confine è forse di Guascogna. -
56 Quando la dama intese così dire,
Dal fren per doglia abandonò la mano,
E tutta in faccia se ebbe a scolorire,
Dicendo a Rodamonte: - Bel germano,
Questo che io chiedo, non me lo disdire:
Lascia che io segua il mio segnor soprano,
Tanto che a quello io me ritrovi apresso,
Chè il mio volere è di morir con esso. -
57 Diceva Rodamonte borbottando:
- A risponderti presto, io nol vo’ fare.
Io stava alla battaglia con Orlando:
Tu te togliesti tal rogna a grattare.
Di qua non andarai mai, se non quando
Io stia così che io nol possa vetare:
Onde, se vôi che ’l tuo partir sia corto,
Fa che me getti in questo prato morto. -
58 Quando Rugier cotal parlare intese,
Di prender questa zuffa ebbe gran voglia,
E Rodamonte in tal modo riprese
Dicendo: - Esser non può ch’io non me doglia,
Se io trovo gentil omo discortese,
Però che bene è un ramo senza foglia,
Fiume senza onda e casa senza via
La gentilezza senza cortesia. -