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[St. 43-46] libro iii. canto v 79

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43 Essa poi cominciò: - Deh bel segnore!
  Piacciavi compiacermi solo in questo,
  Se a dama alcuna mai portasti amore,
  Ch’io veda il vostro viso manifesto. -
  Così parlando odirno un gran rumore;
  Disse Rugiero: - Ah Dio! Che serà questo? -
  Presto se volta e vede gente armata,
  Che vien correndo a lor per quella strata.

44 Questi era Pinadoro e Martasino,
  Daniforte e Mordante e Barigano,
  Che avean posto uno aguato in quel confino
  Per pigliar quei che in rotta se ne vano.
  Come gli vidde il franco paladino,
  Verso di lor parlando alciò la mano,
  E disse: - Stati saldi in su il sentiero!
  Non passati più avanti! Io son Rugiero. -

45 In ver da la più parte e’ non fu inteso,
  Perchè cridando uscia de la foresta.
  E Martasin, che sempre è de ira acceso,
  Subito gionse e parve una tempesta.
  A Bradamante se ne va disteso,
  E ferilla aspramente nella testa;
  Non avea elmo la meschina dama,
  Ma sol guardando al celo aiuto chiama.

46 Alciando il scudo il capo se coperse,
  Chè non volse fuggir la dama vaga.
  Re Martasino a quel colpo lo aperse,
  E fece in cima al capo una gran piaga.
  Già Bradamante lo animo non perse,
  E riscaldata a guisa d’una draga
  Ferisce a Martasin di tutta possa;
  Ma Rugier gionse anch’esso alla riscossa.

3. Mr, alcuno. — 19. P. omm. E. — 22. P. Ferilla asperumente.

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