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108 | la cena de le ceneri |
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Smi. Non possea parlar meglio un asino, e non possea udir altra voce, chi va a praticar con gli asini.
Teo. Credo, che profetasse, ben che non intendesse lui medesmo la sua profezia, che il Nolano andava a far provisione d’elleboro, per risaldar il cervello a questi pazzi barbareschi.
Smi. Se quelli, che v’eran presenti, come erano civili, fussero stati civilissimi, gli arebbono attaccato in loco de la collana un capestro al collo, e fattogli contar quaranta bastonate in commemorazione del primo giorno di quaresima.
Teo. Il Nolano gli disse, che il dottor Torquato lui non era pazzo, perchè porta la collana, la quale se non avesse a dosso, certamente il dottor Torquato non valerebbe più, che per suoi vestimenti, i quali però vagliono pochissimo, se a forza di bastonate non gli saran spolverati sopra. E con questo dire si alzò di tavola, lamentandosi, ch’il signor Folco non avea fatta provisione di miglior suppositi.
Fru. Questi son i frutti d’Inghilterra; e cercatene pur quanti volete, che li trovarete tutti dottori in grammatica, in questi nostri giorni, ne’ quali in la felice patria regna una costellazione di pedantesca ostinatissima ignoranza e presunzione mista con una rustica incivilità, che farebbe prevaricar la pazienza di Giobbe. E se non il credete, andate in Oxonia e fatevi raccontar le cose intravenute al Nolano, quando pubblicamente disputò con que’ dottori in teologia in presenza del Prencipe Alasco Polacco, ed altri de la nobiltà inglese! Fatevi dire, come si sapea rispondere a gli argomenti; come restò per quindici sillogismi quindici volte, qual pulcino entro la stoppa quel povero dottor; che come il corifeo de l’acade-