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134 | la cena de le ceneri |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Bruno - Cena de le ceneri.djvu{{padleft:148|3|0]]con cui causa la rinovazione di certe parti, venga ad apportarla a quell’altre, che come sono di medesma condizione e natura, hanno la medesima potenza passiva, a la quale, se la natura non è ingiuriosa, deve corrispondere la potenza attiva. Ma con ciò troviamo molto minor ragione, per la quale il sole e tutta l’università de le stelle s’abbino a muovere circa questo globo, ch’esso per il contrario debba voltarsi a l’aspetto de l’universo, facendo il circolo annuale circa il sole, e diversamente con certe regolate successioni per tutti i lati svolgersi ed inchinarsi a quello, come a vivo elemento del foco. Non è ragione alcuna, che senza un certo fine ed occasione urgente gli astri innumerabili, che son tanti mondi, anco maggiori, che questo, abbino sì violenta relazione a questo unico. Non è ragione, che ne faccia dir più tosto trepidar il polo, nutar l’asse del mondo, cespitar li cardini de l’universo, e sì innumerabili, più grandi, e più magnifici globi, ch’esser possono, scuotersi, svoltarsi, ritorcersi, rappezzarsi, ed al dispetto de la natura squartarsi in tanto, che la terra così malamente, come possono dimostrare i sottili ottici e geometri, venghi ad ottener il mezzo, come quel corpo, che solo è grave freddo, il qual però non si può provar dissimile a qual si voglia altro, che riluce nel firmamento, tanto ne la sustanza e materia, quanto nel modo de la situazione: perchè, se questo corpo può esser vagheggiato da quest’aria, ne la quale è fisso, e quelli possono parimenti esser vagheggiati da quello, che le circonda, se quelli da per sè stessi, come da propria anima e natura possono dividendo l’aria circuire qualche mezzo, e questo niente meno.
Smi. Vi priego, questo punto al presente si pre-