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56 | la cena de le ceneri |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Bruno - Cena de le ceneri.djvu{{padleft:70|3|0]]o di favore, si riducono sotto l'ale di maggiori. E questi per il più non son tolti da sua casa, e senza indignità seguitano i sui milordi, son stimati e favoriti da quelli. Quelli de la seconda cotta sono di mercantuzzi falliti, o artigiani, o quelli che senza profitto han studiato a leggere, scrivere, o altra arte; e questi son tolti o fuggiti da qualche scuola, fondaco, o bottega. Quelli de la terza cotta son que’ poltroni, che, per fuggir maggior fatica, han lasciato più libero mestiero. E questi o son poltroni acquatici, tolti da battelli; o son poltroni terrestri, tolti da gli aratri. Gli ultimi de la quarta cotta sono una mescuglia di disperati, di disgraziati da lor padroni, di fuorusciti da tempeste, di pellegrini, di disutili ed inerti, di que’ che non han più comodità di rubare, di que’ che frescamente son scampati di prigione, di quelli che han disegno d’ingannar qualcuno, che li viene a tórre da là. E questi son tolti da le colonne de la borsa, e da la porta di San Paolo. Di simili, se ne vuoi a Parigi, ne trovarai quanti ti piace a la porta del palazzo, in Napoli a le grade di San Paolo, in Venezia a Rialto, in Roma al Campo di Flora. De le tre ultime specie sono quei, che, per mostrar quanto siino potenti in casa sua, e che sono persone di buon stomaco, son buoni soldati ed hanno a dispregio il mondo tutto. Ad uno, che non fa mina di volerli dar la piazza larga, gli donaranno con la spalla, come con un sprone di galera, una spinta, che lo faran voltar tutto ritondo, facendogli veder, quanto siino forti, robusti e possenti, ed ad un bisogno buoni per rompere un’armata, E se costui, che si farà incontro, sarà un forastiero, donili pur quanto si voglia di piazza, che vuole per ogni modo che