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LA CACCIA
DI DIANA
Nel tempo adorno che l’erbette nove
Rivestono ogni prato e l’aere chiaro
Ride per la dolcezza che ’l ciel muove;
Sol pensando mi stava che riparo
Potessi fare a’ colpi che forando
Mi gian d’amore il cuor con dolo amaro:
Quando mi parve udir venir chiamando
Un spirito gentil volando forte,
Donne leggiadre, in voce alto gridando,
Venite omai, venite alla gran corte
Dell’alta dea Dïana, che elette
V’ha in Partenopè per sue consorte.
E poi ch’egli ebbe tre fïate dette
Queste parole, senza più voltare,
Ad una ad una chiamando le stette:
E se non m’ingannò il vero ascoltare
Che far mi parve, Zizzola Barile
La prima fu ch’io gli senti’ chiamare;