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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf{{padleft:134|3|0]]in quella una prima occasione di dare un saggio della propria fermezza e decisione nel trattare coi rappresentanti dell’Austria patri interessi. Spedito antecedentemente nella capitale dell’impero un memorandum, redatto con tanta energia da far dire al consigliere aulico incaricato di tal bisogna che il ministero n’era rimasto altamente indignato (ganz indignirt), nelle conferenze e trattative ch’ebbero in seguito luogo l’Avesani continuò a persistere nelle da lui adottate conclusioni, contr’anche l’avviso de’ suoi colleghi, alcuni de’ quali sembravan disposti a cedere, e ciò con tanta nobile e irremovibile ostinatezza da pervenire ad ottenere che la sovrana risoluzione, mediante la quale si usurpava una porzione dei diritti della Società, venisse alfin revocata.

Nel 1847, la visita che fece Cobden a Venezia, nella sua trionfale escursione attraverso l’Italia, che festeggiava il propugnatore del libero scambio qual messaggero d’un’èra novella pei popoli oppressi, fornì un’altra occasione al patriottismo dell’Avesani per tentare un passo che utile fosse al paese, o che ad ogni modo assumesse il carattere d’una energica protesta contro l’infeconda e spogliatrice dominazione straniera.

Avendo il governatore austriaco vietato che durante il pranzo dato dalle notabilità veneziane all’economista inglese si proferisse verun’arringa, il barone Francesco si rifece di quel forzato silenzio col leggere in una seduta dell’Ateneo, del quale era uno de’ più chiari membri, un discorso, in cui proponeva s’imitasse nella città di San Marco l’esempio dato dal Cobden in Inghilterra, e come questi aveva chiesto al governo del proprio paese una sola concessione: la revoca del dazio sui grani, così i Veneti domandassero all’Austria che cessasse dal proibire l’importazione del ferro estero, proibizione diretta unicamente a favorire il monopolio di pochi possidenti austriaci proprietari di stabilimenti ferrieri.

Tale rimarchevole memoria, di cui ci duole non poter riferire alcun brano, terminava con la proposta all’Ateneo di provocare in tutte le Accademie del Lombardo-Veneto l’istituzione d’apposite commissioni onde

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