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116 | i. canti |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Canti (Leopardi - Donati).djvu{{padleft:126|3|0]]
dell’esser nostro! Oggi d’eccelsi, immensi
pensieri e sensi inenarrabil fonte,
25beltá grandeggia, e pare,
quale splendor vibrato
da natura immortal su queste arene,
di sovrumani fati,
di fortunati regni e d’aurei mondi
30segno e sicura spene
dare al mortale stato:
diman, per lieve forza,
sozzo a vedere, abominoso, abbietto
divien quel che fu dianzi
35quasi angelico aspetto,
e dalle menti insieme
quel che da lui moveva
ammirabil concetto, si dilegua.
Desidèri infiniti
40e visioni altère
crea nel vago pensiere,
per natural virtú, dotto concento;
onde per mar delizioso, arcano
erra lo spirto umano,
45quasi come a diporto
ardito notator per l’oceáno:
ma se un discorde accento
fere l’orecchio, in nulla
torna quel paradiso in un momento.
50Natura umana, or come,
se frale in tutto e vile,
se polve ed ombra sei, tant’alto senti?
Se in parte anco gentile,
come i piú degni tuoi moti e pensieri
55son cosí di leggieri
da sí basse cagioni e desti e spenti?