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I


ALL’ITALIA


  O patria mia, vedo le mura e gli archi
e le colonne e i simulacri e l’erme
torri degli avi nostri,
ma la gloria non vedo,
5non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
i nostri padri antichi. Or fatta inerme,
nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè! quante ferite,
che lividor, che sangue! oh, qual ti veggio,
10formosissima donna! Io chiedo al cielo
e al mondo: — Dite, dite;
chi la ridusse a tale? — E questo è peggio,
che di catene ha carche ambe le braccia;
sí che sparte le chiome e senza velo
15siede in terra negletta e sconsolata,
nascondendo la faccia
tra le ginocchia, e piange.
— Piangi, ché ben hai donde, Italia mia,
le genti a vincer nata
20e nella fausta sorte e nella ria.

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