Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
22 | i. canti |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Canti (Leopardi - Donati).djvu{{padleft:32|3|0]]
20e nella sera dell’umane cose,
acquista oggi chi nasce il moto e il senso.
Al ciel ne caglia: a te nel petto sieda
questa sovr’ogni cura,
che di fortuna amici
25non crescano i tuoi figli, e non di vile
timor gioco o di speme: onde felici
sarete detti nell’etá futura:
poiché (nefando stile
di schiatta ignava e finta)
30virtú viva sprezziam, lodiamo estinta.
Donne, da voi non poco
la patria aspetta; e non in danno e scorno
dell’umana progenie al dolce raggio
delle pupille vostre il ferro e il foco
35domar fu dato. A senno vostro il saggio
e il forte adopra e pensa; e quanto il giorno
col divo carro accerchia, a voi s’inchina.
Ragion di nostra etate
io chieggo a voi. La santa
40fiamma di gioventú dunque si spegne
per vostra mano? attenuata e franta
da voi nostra natura? e le assonnate
menti, e le voglie indegne,
e di nervi e di polpe
45scemo il valor natio, son vostre colpe?
Ad atti egregi è sprone
amor, chi ben l’estima, e d’alto affetto
maestra è la beltá. D’amor digiuna
siede l’alma di quello a cui nel petto
50non si rallegra il cor quando a tenzone
scendono i venti, e quando nembi aduna
l’olimpo, e fiede le montagne il rombo
della procella. O spose,