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24 i. canti

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del tiranno m’accoglia.
E se pur vita e lena
90Roma avrá dal mio sangue, e tu mi svena. —

  O generosa, ancora
che piú bello a’ tuoi dí splendesse il sole
ch’oggi non fa, pur consolata e paga
è quella tomba cui di pianto onora
95l’alma terra nativa. Ecco, alla vaga
tua spoglia intorno la romulea prole
di nova ira sfavilla. Ecco, di polve
lorda il tiranno i crini;
e libertade avvampa
100gli obbliviosi petti; e nella doma
terra il marte latino arduo s’accampa
dal buio polo ai torridi confini.
Cosí l’eterna Roma,
in duri ozi sepolta,
105femmineo fato avviva un’altra volta.

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