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56 i. canti

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e mai piú non vivrai: giá ruppe il fato
95la fé che mi giurasti. Allor, d’angoscia
gridar volendo, e spasimando, e pregne
di sconsolato pianto le pupille,
dal sonno mi disciolsi. Ella negli occhi
pur mi restava, e nell’incerto raggio
100del sol vederla io mi credeva ancora.

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