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XVI


LA VITA SOLITARIA


  La mattutina pioggia, allor che, l’ale
battendo, esulta nella chiusa stanza
la gallinella, ed al balcon s’affaccia
l’abitator de’ campi, e il sol che nasce
5i suoi tremuli rai fra le cadenti
stille saetta, alla capanna mia
dolcemente picchiando, mi risveglia;
e sorgo, e i lievi nugoletti, e il primo
degli augelli susurro, e l’aura fresca,
10e le ridenti piagge benedico:
poiché voi, cittadine infauste mura,
vidi e conobbi assai, lá dove segue
odio al dolor compagno; e doloroso
io vivo, e tal morrò, deh tosto! Alcuna
15benché scarsa pietá pur mi dimostra
Natura in questi lochi, un giorno oh quanto
verso me piú cortese! E tu pur volgi
dai miseri lo sguardo; e tu, sdegnando
le sciagure e gli affanni, alla reina
20felicitá servi, o Natura. In cielo,
in terra amico agl’infelici alcuno
e rifugio non resta altro che il ferro.

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