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60 | i. canti |
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sará per queste piagge, ove non altro
che lieti colli e spaziosi campi
95m’apri alla vista. Ed ancor io soleva,
bench’innocente io fossi, il tuo vezzoso
raggio accusar negli abitati lochi,
quand’ei m’offriva al guardo umano, e quando
scopriva umani aspetti al guardo mio.
100Or sempre loderollo, o ch’io ti miri
veleggiar tra le nubi, o che serena
dominatrice dell’etereo campo,
questa flebil riguardi umana sede.
Me spesso rivedrai solingo e muto
105errar pe’ boschi e per le verdi rive,
o seder sovra l’erbe, assai contento
se core e lena a sospirar m’avanza.
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