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78 | i. canti |
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145Pur sento in me rivivere
gl’inganni aperti e noti;
e de’ suoi propri moti
si maraviglia il sen.
Da te, mio cor, quest’ultimo
150spirto, e l’ardor natio,
ogni conforto mio
solo da te mi vien.
Mancano, il sento, all’anima
alta, gentile e pura,
155la sorte, la natura,
il mondo e la beltá.
Ma, se tu vivi, o misero,
se non concedi al fato,
non chiamerò spietato
160chi lo spirar mi dá.
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